Catilina è stato condannato dalla storia. Le accuse di Cicerone, ancora dopo duemila anni, risuonano nelle aule e nelle università. "Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?" è il celebre incipit della prima orazione che svelerà le trame eversive del politico romano, lo costringerà prima all'esilio e poi alla sconfitta sul campo di battaglia.
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Il senato di Roma, non poteva permettere che un solo uomo si impadronisse del potere e che i propri privilegi venissero scalfiti. Massimo Bocchiola e Marco Sartori partono da qui. Dal progetto politico. Invitano il lettore, sin dalle prime pagine, a dimenticare il Catilina studiato sui banchi di scuola, il mostro ritratto nelle orazioni ciceroniane. E ci presentano l'uomo e il condottiero, l'ambizione del nobile decaduto e il carisma del demagogo. Vanno oltre la prosa limpida del grande oratore: Cicerone richiama i valori della Repubblica, ma nasconde la trama del potere, elogia il senato ma dimentica, il sangue e gli omicidi di cui erano intrise le vesti dei senatori. Catilina congiurò e fallì perché a sbarrargli la strada trovò Cicerone. Ma la sua non fu l'opera di un folle, e Bocchiola e Sartori lo dimostrano in questo libro.