II giochi prospettici di Magritte solleticano i nostri neuroni; l'emozione che Giulietta e Romeo non mancano mai di trasmetterci passa effettivamente attraverso la nostra pancia. O almeno, questo è quanto sostengono i neuroscienziati di tutto il mondo che, da anni, sono alla ricerca del luogo in cui si nasconde l'essenza intima dell'uomo e della sua libertà creatrice.
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Che si trovi proprio nel cervello è una delle ipotesi, ma in attesa di conferme il nostro intero corpo è divenuto campo d'indagine. A ben vedere si tratta di una ricerca di antica data: l'estetica discute da sempre il legame dell'anima con il corpo. Tuttavia oggi la scienza ci fornisce l'opportunità di osservare empiricamente cosa accade nelle aree cerebrali quando guardiamo un quadro o un attore in scena. Le tecniche di brainimaging permettono infatti di documentare le nostre reazioni di fronte a immagini astratte o figurative e a gesti espressivi, ma siamo ancora solo agli inizi di questo eclettico percorso di ricerca e dibattito. La "neuroestetica" promette di avere molto da dire a ognuno di noi, in un futuro non troppo lontano.