La prima collezione delle lettere di Lucrezia, in un'edizione critica a cura dell'affermata studiosa americana Diane Ghirardo, promossa dall'Archivio di Stato di Modena. Un monumento documentario, esito di una ventennale ricerca in archivi italiani ed esteri.
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Un corpus poderoso costituito da ben 727 missive a partire dalla tenera età: alcune interamente autografe, altre redatte dai segretari, molte inedite. Un unicum assoluto per l'editoria italiana. A 500 anni dalla morte viene illuminata una figura femminile tra le più affascinanti e controverse del nostro Rinascimento, restituendole la dignità e il posto che le appartengono, nel contesto di una società in cui il potere patriarcale induceva a evidenziare gli aspetti negativi delle donne che ad esso si sottraevano. Di certo la sua fama “perversa” fu promossa da storici più interessati a macchiare l'onore della famiglia Borgia o a stuzzicare l'immaginario erotico maschile che non a indagare la storia vera di questo personaggio. Le lettere inaspettatamente evidenziano un carattere solare e ottimista, intelligenza e intraprendenza, che permettono a Lucrezia di governare con saggezza il ducato di Ferrara in assenza del marito, diventando esperta nel disporre uomini e armi e nel trattare con gli alleati. Notevole è anche la sua predisposizione agli affari: avvia importanti opere di bonifica, si occupa dell'allevamento delle bufale, è perfetta nell'organizzare feste ed accogliere a corte o nelle delizie i numerosi ospiti illustri invitati dagli Este. Colpisce peraltro la sua sensibilità e cura per i figli, la devozione cristiana che esprimeva con frequenti ritiri in preghiera e con la fondazione di monasteri femminili.