Un contributo alla riconfigurazione storiografica e concettuale della rivoluzione evoluzionistica alla luce della tenuta plurisecolare della tradizione biologica aristotelica.
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La svolta di Darwin si delinea quale puntuale rovesciamento dell'impianto fissista, essenzialista e teleologico coniato da Aristotele, ancora dominante nel Seicento di Harvey e di Ray, nonostante Galileo, e poi egemone fino a Linneo e Cuvier. Svolta esemplificata dall'analisi morfologica delle parti inutili, come gli occhi ciechi della talpa, tematizzate già da Aristotele, e che Darwin usò quale grimaldello per scardinare il ricorso sistematico alle cause finali. Antica eredità teleologica presente in varie forme nel concetto di selezione naturale, ma ormai calata entro una griglia eminentemente storica e aperta alla casualità.
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