«Il vero scopo della mia vita forse è solamente questo: che il mio corpo, le mie sensazioni e i miei pensieri divengano scrittura.»Nel 1963, in seguito a un’analisi del sangue, Annie Ernaux scopre di essere incinta e decide di interrompere la gravidanza.
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L’aborto è illegale in Francia – addirittura la parola stessa è bandita, non ha un suo «posto nel linguaggio» – e la giovane Annie è costretta a seguire vie clandestine. La lotta per questo diritto non ancora divenuto tale e lo scontro con un universo clinico e sociale «che impedisce alla donna di dirsi e di pensarsi» sono al cuore di questo spietato libro della grande autrice francese.