Saldamente impressa nella memoria collettiva, la vestaglietta è un abito dall'dentità poliedrica: uniforme per il lavoro domestico, indumento quotidiano per le donne delle famigie contadine, leggero vestito per le giornate estive di vacanza e, in tempi più recenti, capo nelle collezioni di molti fashion designer.
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Questi aspetti molteplici, uniti al permanere del ricordo della veste da camera in un abito per le mansioni quotidiane, pongono la vestaglietta in uno spazio di soglia tra dimensione rurale e urbana, tra domesticità e socialità, tra vacanza e lavoro, tra notturno e diurno. A partire dal secondo dopoguerra una serie di film ne ha restituito l'immagine attraverso la costruzione di figure femminili notevoli: dal personaggio di Angela, stereotipo erotico della cameriera in "Malizia" di Salvatore Samperi, a quello più recente di Irene, che nel film "Volver" di Pedro Almodòvar è dotato di un intero guardaroba di vestagliette dalle decorazioni minute. Ma come si è costituita la forma odierna di questo abito da casa? Dopo averne analizzato i tratti distintivi ed espressivi, il saggio rintraccia le circostanze dell'affermazione e della diffusione di questo indumento in un arco temporale che parte dal secondo decennio del Novecento fino ai tempi recenti.