Nel 1353 Ibn Battuta, partito da Tangeri 28 anni prima, torna definitivamente in Marocco dopo ventotto anni di viaggi e centoventimila chilometri percorsi con tutti i mezzi di trasporto allora in uso.
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Secondo un odierno atlante geografico, ha attraversato l'equivalente di quarantaquattro stati moderni dall'Africa a tutto il Medio Oriente, dalla pianura del Volga alle isole Maldive, dall'India alla Cina, incontrando migliaia di persone e prendendo nota dei loro usi e costumi. Tre anni dopo il suo ritorno, un giovane letterato di origine andalusa, Ibn Juzayy, inizia per ordine del sultano ad annotare i ricordi di Ibn Battuta e le sue osservazioni di viaggio, scrivendo cosi uno dei libri più famosi della letteratura araba medievale. Se il sultano decise di affidare il compito a un letterato professionista, è probabile che Ibn Battuta, uomo comunque colto e di tradizione giuridica, non fosse un grande scrittore in proprio. Ma sicuramente era un grande narratore. La sua capacità di descrivere persone e ambienti, la vivacità delle scene narrative, la ricchezza aneddotica, il gusto dei particolari ne fanno un vero maestro dell'arte di raccontare. Questa prima edizione italiana completa dei Viaggi permette, grazie alle cure di Claudia M. Tresso, di seguire lo svolgimento delle avventure di Ibn Battuta, ma anche di collocarle nella cultura islamica del suo tempo e di raffrontarle con quelle del "nostro " viaggiatore per eccellenza: Marco Polo.