L'ironia come misura del “vero”, e come conoscenza del "cuore", è forse la protagonista dei Promessi Sposi, e all'ironia fanno da supporto, rendendola ancora più efficace, parecchi comprimari reali.
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Quali? La polenta in casa di Tonio, lo stufato all'Osteria della luna piena, i raveggioli, il pane e la farina, il vino, e altri cibi ancora, abbondanti o scarsi, tutti fieramente attivi nel romanzo di Manzoni. E tutti oggetto di una brama scarsamente soddisfatta, che proprio perciò rivela i veri istinti umani, distruggendo, alla luce del vero, l'idillio della bontà del cuore. Il presente saggio si propone di aggiungere un piccolo tassello alla manzoniana storia delle tradizioni culinarie popolari in tempo di carestia e di peste, quando entrano in scena, con l'arte di arrangiarsi, il furto e l'oltraggio, e qualche volta la pietà.