Formatesi politicamente e pubblicamente in un contesto storico che le negava in quanto donne, le Comunarde hanno lottato per un'idea di collettività nuova, seguendo percorsi inattesi, fuori dalle narrazioni misogine dell'epoca.
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Hanno immaginato una società radicata su altre basi, che permettesse uguaglianza e pieno esercizio della cittadinanza a stranieri e francesi, borghesi e proletari, uomini e donne. Nell'anno del 150° anniversario, questo saggio riconosce la voce delle donne che hanno dato vita alla Comune di Parigi e al radicale mutamento dell'immaginario politico mantenendo lo sguardo sui corpi, sulle esperienze materiali e sulle pratiche collettive. Alle generazioni successive ricordano che niente è mai acquisito quando si tratta di uguaglianza dei sessi, che il progetto politico deve orientarsi in modo plurale e che i rapporti di genere si danno sempre su piani intricati e stratificati. Tutto ciò comporta rileggere questa esperienza con una postura femminista per rintracciare parole e azioni che parlino alla nostra contemporaneità. Più di tutto, le Comunarde dimostrano che anche le donne hanno il diritto di essere rivoluzionarie.