L?avvento della televisione commerciale e la privatizzazione delle telecomunicazioni hanno cambiato la relazione fra comunicazione e potere: governi e network concorrono a definire l?agenda dei contenuti e la produzione di significato nella mente delle persone, mentre le contese politiche sono combattute sui media a colpi di scandali secondo il formato dell?infotainment.
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L?ascesa della società in rete coincide con l?autocomunicazione di massa: siti, blog, social network consentono a milioni di persone la definizione autonoma di messaggi e contenuti; l?orizzontalità di Internet entra così in conflitto con la verticalità del potere economico e politico. I media sono lo spazio dove si decide la lotta politica fra attori, idee e interessi contrapposti nell?Età dell?Informazione. Castells definisce politica insorgente la di messaggi alternativi che svelano i silenzi dei media e le bugie del potere, dando luogo a opposizione sociale ai sistemi statali di controllo e alle logiche capitaliste di networking. I casi studiati nel libro sono di bruciante attualità: Murdoch e la concentrazione dei media globali; la Cina e il tentativo di censurare Internet; la campagna di Obama, giocata sulla mobilitazione nei social network e nelle comunità dei settori esclusi o demoralizzati dell?elettorato; l?anarchia in rete e nelle strade dei noglobal e l?emergere di un nuovo movimento ecologista globale per agire sul cambiamento climatico.mbinazione di progetti esterni all?establishment e autocomunicazione di massa che sfocia nel cambiamento sociale. Se élite politiche e grandi media cercano di imporre i propri frames interpretativi sugli eventi riportati da giornali e notiziari, la comunicazione via web e cellulare consente la diffusione virale.