Ad Atene, in un mercatino delle pulci, la grande pianista Elsa M. Anderson, ex bambina prodigio ora trentenne, si ferma a osservare una donna che sta acquistando dei cavallini meccanici a un banchetto. La donna ha qualcosa di dolorosamente familiare; Elsa ha la sensazione di vedere se stessa in lei, come riflessa in uno specchio.
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La donna scompare, ma Elsa trova il suo cappello, da cui non si separa più. Spinta da una curiosità inspiegabile, Elsa comincia a seguire le sue tracce; da Atene a Poros, da Parigi alla Sardegna, in un viaggio che è al tempo stesso una ricerca di sé e del proprio passato. Poco tempo prima, all’apice della carriera, Elsa ha interrotto un’esibizione importantissima a Vienna, e non è più tornata a suonare in pubblico; e ora sente che quella donna possiede la risposta a tutte le sue domande, alla sua infanzia solitaria e piena di talento, segnata dall’abbandono della madre; al difficile rapporto con il padre adottivo; alla sua fuga costante, da se stessa e dall’amore. Dopo l’Autobiografia in movimento, il nuovo romanzo di Deborah Levy è il viaggio commovente di una donna alla ricerca di un’identità che teme e desidera al tempo stesso; un’artista fulgida e contraddittoria che, nella scia di Freud, di Dostoevskij e dell’Hitchcock di Vertigo, ci svela i modi sempre diversi in cui cerchiamo di comprendere le nostre radici e ricostruire noi stessi.