Un paese del Sud Italia, ancorato alle sue miserie e a un humus retrogrado che non sembra scalfito dal tempo. Una donna, madre di un figlio disabile, vuole farlo sposare, angosciata dal pensiero del “dopo di lei”.
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Così si adopera per individuare una giovane alla quale proporre una sorta di scambio: denari e proprietà in cambio della sua dedizione a quest’uomo, danneggiato nel cervello ma non nel fisico. Un matrimonio tra i due con un contratto legale: fino a quando resterà con lui avrà diritto a tutto quanto promesso, altrimenti perderà tutto. Con la complicità di un prete e di una suora, la madre trova in Adelina, un’orfana che vive in un convento, il soggetto adatto a realizzare questo suo piano. Adelina accetta la proposta. Si sposa e rimane incinta. Dopo aver messo al mondo una bambina, però, lentamente si allontana dalla famiglia, covando un misto di rabbia e risentimento. Vuole un’altra vita. Ma troverà il coraggio di ribellarsi alla sua sorte? Il romanzo d’esordio di Pucci Romano racconta una storia cruda e scabrosa, piena di sentimenti ambigui e di eros malato. Un mondo in cui le donne sono protagoniste, e allo stesso tempo prigioniere del loro destino, così come di una mentalità arcaica.