L'ascesa di Vladimir Putin, un ex colonnello del KGB, alla presidenza della Russia nel 1999, da molti è stata letta come un primo segno di allontanamento del paese dalla democrazia.
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In questi lunghi anni, nonostante il mondo abbia tentato di trovare un canale di comunicazione pacifico con il nuovo Presidente, Putin ha trasformato sempre più la sua presidenza in un regime e rischia di diventare una minaccia globale. Per Garry Kasparov, niente di tutto questo è una novità. Per più di 10 anni ha criticato apertamente la politica di Putin, fino a guidare una lista pro-democrazia nelle elezioni presidenziali del 2008. Dopo aver trascorso anni a inviare le sue fosche profezie sulle reali intenzioni di Putin, Kasparov ha visto realizzarsi le sue più nere aspettative: la Russia di Putin si definisce a partire dalla contrapposizione con gli stati liberi del mondo. È come se stesse ancora combattendo una sua personale Guerra Fredda, dimenticando o smentendo le lezioni apprese da quella passata. Per evitare di essere trascinati in un altro prolungato e drammatico conflitto, Kasparov incita a una presa di posizione ferma - diplomatica ed economica - contro la Russia di Putin. Il Presidente affronta pochi nemici interni, ormai allo stremo, quindi un'opposizione efficace deve provenire dall'estero.