Okinawa, 1945. August Kleinman, soldato americano fuggito anni addietro dalla Germania nazista assieme alla madre, il cui motto «non fidarti dei consigli di nessuno» lo destinerà a un'esistenza coraggiosa e originale, uccide in maniera tutt'altro che eroica un giapponese.
[...]
Trovata fra le sue cose una lettera, decide di portarla con sé: è indirizzata alla donna amata dal soldato nemico, sposata con un altro uomo da cui ha appena avuto un figlio. August Kleinman è oggi un vecchio imprenditore, burbero e arrogante ma dai grandi slanci e dalle improvvise generosità. Decide di tornare in Giappone a cercare quel bambino per chiudere i conti con il proprio passato. Troverà in lui qualcosa di imprevisto e scoprirà in sé una sensibilità più calda, una visione più complessa della Storia e dell'amore. Ethan Canin, secondo alcuni critici il più maturo e raffinato scrittore americano della sua generazione, ci offre con Portami al di là del fiume «un romanzo breve magnificamente modulato» (Los Angeles Times) sull'inimicizia e la conciliazione, sull'egoismo e la generosità, sulla possibilità di cambiare fino all'ultimo giorno della propria esistenza; un romanzo che s'insinua con dolcezza nella coscienza del lettore, arrivando a sondarne le più dolorose e luminose profondità.