Questo libro ripercorre gli anni fatati del decennio più breve del Novecento, gli anni Sessanta, un piccolo sortilegio della storia, perché in realtà durano pochissimo, dall'apparizione di Bob Dylan, dei Beatles e dei Rolling Stones, fino al Sessantotto, quando la politica prenderà il sopravvento sulla fantasia.
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Eppure, quella fulminea stagione fissa per sempre i suoi simboli nell'attuale immaginazione: John F. Kennedy, il beat, il partito democratico, le chitarre Eko. I Sessanta sono un laboratorio o, meglio, un lungo istante stregato in cui prende forma l'attuale modernità. Sono il momento in cui il mondo si è colorato all'improvviso, dopo il grigiore dei Cinquanta. La cultura di oggi è il prodotto di quella accelerazione, di quello stato d'animo in cui sembrava, per la prima volta, che ci fosse spazio per una speranza, un'attesa, una liberazione. È questo il panorama di un racconto che si sviluppa sul filo della memoria, nel caratteristico stile con cui Edmondo Berselli affianca all'accento ironico l'emozione del ricordo.