L'autrice ritiene che l'approccio più ragionevole per insegnare l'inglese ai bambini dislessici sia uguale al metodo da lei utilizzato per i non dislessici: un medodo che, pur predisposto per coloro che partono svantaggiati, risulta però vantaggioso per tutti.
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Il programma d'insegnamento inizia con parole inglesi scritte con ortografia "trasparente", cioè così come sono pronunciate, con esatta corrispondenza fonema/grafema, dopodiché vengono introdotte parole con insiemi di lettere (patterns) molto comuni in questa lingua. Si prosegue, imparando ogni pattern, finché l'inglese scritto non rivela tutta la sua complicata logica.