Leggendo, riflettendo sui taccuini di Fosco Maraini - grandi pagine a quadretti ricoperte da una grafia minuta e serena - Dacia ricostruisce la personalità del padre: "Come cominciare un tuffo dentro questi taccuini paterni, che sono così vivi e ironici, che raccontano di sé parlando d'altro? Pullulano di osservazioni sul linguaggio, sulla storia, sulle religioni, sui costumi.
[...]
Sono disseminati di poesie, di diari, di progetti narrativi mai portati a termine. Segno che la narrazione in lui era sempre latente, ma non arrivava al compimento."