È il carnevale del 1955. Siamo a Milano. Un gruppo di studenti e operai cerca un possibile ancoraggio, una ragione per vivere. Fa freddo e si beve cognac per scaldarsi e per darsi coraggio. Sergio, il protagonista, ama una ragazza di Genova, però la distanza lo ferisce. I giovani di "Carnevale a Milano", primo romanzo di Raffaele Crovi, trascorrono le proprie serate in latteria.
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Cercano una strada, una scossa risolutiva, ma perdono tempo come si perde sangue. Sono giovani degli anni Cinquanta, la radiografia interiore del "boom economico". Si prendono e si lasciano in continuazione, sono maliziosi eppure impotenti, si fanno compagnia fumando sigarette. È una Milano nevosa, quella di Crovi, una Milano in cui è possibile nascondersi.