Un amore che inizia, rivelato sulla soglia di un rifugio in piena guerra, e uno che finisce, masticato insieme alle patatine di un aperitivo. Un dandy giramondo e un ebreo solitario che ama la vita. Sullo sfondo una città, luoghi reali e vissuti, tra cui spicca una Roma fascista osservata dagli angoli di una quasi intima quotidianità.
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I racconti sono accomunati da un ritmo che è quello di chi cammina con il passo imbrigliato nella rete di un'illusione, o accelera inseguendo un sogno, o rallenta davanti a una sconfitta. È il passo delle esistenze reali, che Debenedetti racchiude nel giro di poche pagine, cogliendo il senso e il pathos di una vita intera. Esistenze quasi sempre sospese, vicine al fallimento per un'insanabile rinuncia a vivere.